Il sesso nell'era della robotica

Ma i sex robot sognano uomini innamorati?

Il sesso nell'era della robotica

Lovotics è un nuovo campo di ricerca multidisciplinare in cui si interconnettono: filosofia, neuroscienze, informatica, scienze sociali, robotica, ingegneria e intelligenza artificiale. Il suo intento è sviluppare relazioni sempre più significative tra uomo e robot. Le nuove tecnologie hanno semplificato notevolmente la nostra quotidianità: dalle casse self-service agli smartphone, che hanno reso possibile una comunicazione in tempo reale.

Eppure quando siamo dall'altra parte del mondo e videochiamiamo il nostro partner su Skype manca ancora qualcosa.
Nel 2016, in occasione della conferenza “Love & Sex with Robots” tenutasi alla Goldsmith University di Londra, è stata presentata l'applicazione “Kissenger”. Questa nuova applicazione, il cui nome indica la fusione tra “kiss” e “messenger”, permette di baciare un'altra persona a distanza.
L'apparecchio, che viene applicato allo smartphone, appare come una sorta di protesi in silicone munito di sensori che, durante una videochiamata, trasforma il bacio in una vibrazione, restituendo la sensazione fisica dello scambio di effusioni.
Kissenger è solo l'inizio dell'evoluzione dei rapporti interpersonali nell'era dell'intelligenza artificiale. Lo sviluppo scientifico e tecnologico potrebbe modificare in maniera significativa la nostra società: sex robot, robot per il sesso o androidi pensati per sostituire uomini e donne anche a letto. Sembra di vivere in un romanzo di Philip K. Dick, invece la fantascienza non c'entra nulla. I robot del sesso sono già una realtà in forma di prototipi; sempre più con sembianze umanoidi. Oggi in queste macchine si cerca soprattutto uno strumento di piacere e i modelli sul mercato risultano alquanto “grezzi”. Ma un domani potremmo trovare sex robot sempre più “umani” in grado di interagire con le persone a seconda degli stimoli vocali, visivi o tattili che ricevono, come spiegato dai ricercatori del laboratorio di Social Robotics di Singapore. Il risultato sarebbero dei “robot emotivi”. A quel punto potranno anche diventare un partner ideale e potremmo imparare ad amarli. 

“ Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento l'umanità riceva danno”, scriveva Asimov. Pertanto, se i sex robot si rivelassero una risorsa non potrebbero sottrarsi al loro destino. Alcuni studiosi si sono domandati se i sex robot possano essere utilizzati nel trattamento dei sex offender.

1 L'idea è quella di riuscire a spostare interessi e fantasie sessuali devianti e diminuire il rischio di comportamenti sessualmente violenti. Esistono già sul mercato alcuni sex robot, come per esempio: Frigid Farrah e Young Yoko. 
Frigid Farrah presenta le caratteristiche della donna definita “frigida”, ma che incoraggia chi interagisce con lei a stuprarla. Nel modello Young Yoko, il cui payoff recita “così giovane che aspetta solo te per imparare”, è accentuata la giovane età. Ci sono stati casi in cui i sex robot sono diventati oggetto di attenzione sessuali e violenza. Si origina così un duplice dibattito: da un lato un rischio di normalizzazione sessuale e dall'altro considerare i robot come portatori di diritti.
La domanda in questo caso è: i sex robot possono offrire uno spazio in cui le fantasie sessuali violente possono essere manifestate senza commettere un reato?
L'idea che sta alla base della produzione di questi modelli è che sia impossibile modificare le inclinazioni sessuali delle persone, pertanto è opportuno trovare una soluzione che non comprometta altri individui in situazioni pericolose.
Sebbene ci possano essere alla base degli studi importanti intuizioni, oggi l'ipotesi di poter usufruire dei sex robot nel trattamento dei sex offender sembra alimentare più dubbi che offrire effettivamente delle soluzioni concrete.
La dimensione della sessualità nella robotica è considerata una questione controversa non solo socialmente ma anche eticamente.
1 Tratto da M. Balistreri, Sex robot. L'amore al tempo delle macchine, Fandango libri, Roma

Alcune persone possono trovare ripugnante o addirittura immorale l'idea di fare sesso con un androide. Tuttavia non c'è alcunché di immorale nel comprare e nell'avere rapporti sessuali con una macchina, così come non è possibile trarre conclusioni necessariamente negative sulla personalità di chi ne usufruisce; i motivi possono essere molteplici. Il pluralismo morale, che definisce le società contemporanee, conduce infatti la collettività ad abbracciare l'unica frontiera possibile dell'unità: il principio di tolleranza. Inoltre, i sex robot potrebbero rivelarsi una risorsa per esplorare nuovi piaceri o essere adoperati, dopo attenti studi,
come strumenti per il trattamento dei sex offender. La prudenza sperimentale dei ricercatori sulle possibilità applicative di quest'ultimo punto evidenziano la complessità della questione.
L'identificazione dei sex robot, non più meramente come oggetti di gratificazione del desiderio sessuale, ma come strumenti per affrontare la devianza sessuale può sollevare dilemmi etici. Sebbene sia complesso prevedere i futuri sviluppi, su un punto non c'è dubbio:
i sex robot inficeranno la vita individuale e relazionale delle persone.